***IL PORTALE ONCOLOGICO AL SERVIZIO DEL CITTADINO*** Informazioni aggiornate sulle diagnosi e terapie del cancro.
" La maggior parte delle cose importanti nel mondo sono state compiute da persone che hanno continuato a cercare quando sembrava non esserci alcuna speranza "

AVVERTENZE!

Se in questo periodo state valutando tra il trattamento oncologico convenzionale e il trattamento alternativo, rendetevi conto che i rapporti convenzionali sul cancro intrappolano spesso i pazienti con l'uso di falsa autorità. Fanno tutti schieramento compatto: i medici con i loro titoli accademici, la FDA e le aziende farmaceutiche con tutti i generi di pubblicità che esaltano un sistema di vita migliore se solo continuate a versargli quattrini e ad annegare il vostro corpo in prodotti chimici sintetici.

Contrapponetelo con la semplice realtà ed il buonsenso innato, che dice che la maniera per guarire realmente il corpo umano non è certo quella di avvelenarlo. Basta capire questo, non è più complicato di così. Una volta che lo accettate, allora comincerete a capire che potete guarire il cancro.

Non potete aggredire il cancro con le stesse cose che in realtà lo causano, come la chemioterapia e le radiazioni. Non potete diventare più sani compromettendo la funzione degli organi vitali nel vostro corpo, ed i trattamenti oncologici convenzionali distruggono letteralmente i tessuti del cervello, quelli del fegato, del cuore e dei reni. Se scegliete di sottoporvi a chemioterapia, ne uscirete con un danneggiamento permanente alla vostra salute che vi renderà molto più problematico sopravvivere a qualsiasi cancro successivo.

LEGGI PIU´VOLTE GLI ARTICOLI PER ESSERE SICURO/A DI NON TRASCURARE NULLA. LEGGERE GLI ARTICOLI SOLO UNA VOLTA POTREBBE ESSERE LA FORMULA PER IL DISASTRO.


AVVISO AI LETTORI!

Niente potrà curare il vostro cancro se continuate a mangiare carni adulterate, usare prodotti farmaceutici, impiegare cosmetici e prodotti per la cura personale contenenti prodotti chimici tossici, spruzzare antiparassitari sul vostro prato ed usare creme solari inappropriate. Il consumo di carni trattate con il nitrito di sodio è nocivo per la vostra salute quasi quanto fumare sigarette.
La cura del cancro richiede una massiccia pulizia del fegato, del colon e dei reni.
Richiede uno spostamento complessivo verso uno stile di vita sano che includa alimenti crudi, cibi nutrienti, succhi di verdure, terapia con luce solare e il totale abbandono di cibi, medicine e prodotti cancerogeni.

Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query breuss. Ordina per data Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query breuss. Ordina per data Mostra tutti i post

Breuss - Igienismo - Aloe


IL CASO BREUSS


E' davvero molto ricco l'elenco di coloro che hanno provato con i fatti la validità delle loro teorie, spesso sostenute da documentazioni cliniche e da un'ampia casistica.
In questo capitolo, non possiamo dare che una piccola selezione di tutto ciò che riguarda l'argomento. Nonostante gli interessanti risultati, queste pratiche non sono mai state prese in considerazione ed approfondite dalla ricerca ufficiale.
Un esempio, è rappresentato dalla cura anticancro applicata da Breuss, una forma di digiunoterapia. Il principio si basa sul fatto che il cibo che normalmente introduciamo è diretto a sostentare le cellule di qualsiasi natura, benigna o maligna, esse siano.
Alcuni alimenti non sembrano però graditi alle cellule tumorali. La cura anticancro di Breuss prescrive quindi un'alimentazione strettamente limitata a tali sostanze, in modo da togliere il sostentamento alle cellule tumorali, senza tuttavia debilitare l'organismo.
Vediamo cosa scrive nell'introduzione del libro (Cancro - Leucemia di Rudolf Breuss, Edizioni Medicina Naturale di Baccichetti Fanny, p. 31) il dottor F. B. di Berchtesgaden: "Nessun diverso sistema ci farà vincere il cancro, a meno che l'industria chimica scopra mezzi potentissimi che, come nel caso della terapia anti-tbc, distruggano tutto per via chimica, lasciando però un organismo ancora più fragile dell'attuale.
Sarebbe questa la via del trattamento puramente chimico-farmaceutico, che potrebbe bensì portare al superamento dello stato contingente, come nel caso della terapia sintomatica, ma comporterebbe conseguenze future talmente pesanti, da condurre gradatamente ad un'umanità non più sana, ma ancor più malata.
Sarebbe perciò doveroso vagliare, con la massima attenzione, tutti i tentativi di chi affronta il rischio di superare il fattore cancro con un trattamento naturale e non chimico.
Un tale tentativo, è stato intrapreso dall'empirico austriaco - preferirei chiamarlo "esperto di terapie naturali" - Rudolf Breuss, di Bludenz. Breuss morto a 85 anni, e disponeva di una grande esperienza nel settore della medicina popolare.
Per questa via, probabilmente, è giunto alla nuova forma della cura del digiuno, da lui messa a punto. Il digiuno, e questo rimane un punto fermo, è e resta il più valido metodo per vincere le malattie.
La mia esperienza, di centinaia di casi, mi ha continuamente dimostrato non esservi nulla che agisca tanto a fondo ed in modo talmente completo, quanto la rinuncia volontaria al cibo ed il consentire l'azione della forza risanatrice interna, che ogni uomo porta in sé. Breuss fu uno dei pochi empirici a porre la sua fiducia in questa energia ed a modificare ampiamente la cura del digiuno, quale fu insegnata, negli anni trenta, dal dott. Otto Buchinger, cercando di adattarla alla nostra cultura attuale.
Il nostro errore, oggi, è quello di aggrapparci ancora troppo alle indicazioni passate di Buchinger e anche di Waerland: prescriviamo i succhi senza integrarli con le corrispondenti erbe, inoltre fissiamo una durata troppo breve per la cura.
In questo senso, Breuss ha introdotto idee completamente nuove nella cura del digiuno, nei casi di cancro; egli merita quindi la massima ammirazione, per il coraggio dimostrato, quando intraprese il primo tentativo di far digiunare un canceroso per 42 giorni di seguito. Di solito, infatti, le cliniche che curano con il digiuno, applicano una cura della durata di 21 giorni.
Generalmente, i malati che intendono seguire questa strada, preferiscono la cura breve, perché non hanno idea di quanto tempo occorra all'organismo per superare una malattia grave. Chi vuole scoprirlo, studi lo schema delle fasi del dott. Reckweg.
Nonostante ciò, io, come medico, non rifiuterei mai la strada indicata, e preferirei percorrere questa, piuttosto di quella praticata tuttora dalla medicina universitaria, tanto aggressiva per l'organismo.
E' molto più naturale e concreta la strada percorsa da Breuss, con il suo ragionamento: "Il tumore deve essere divorato dall'organismo stesso, durante la cura del digiuno!".
Mediante il digiuno il corpo elimina tutto quanto gli è estraneo, poiché separa tutto ciò che è malato, da ciò che è sano.
Per la sua cura di 42 giorni, Breuss ha ideato una mistura di succhi, composta per la maggior parte di rape rosse, carote, sedano, rafani e patate. Quest'ultima componente, viene ignorata nelle cliniche del digiuno, a causa del sapore sgradevole, ma è proprio questo l'ingrediente più importante, quello che permette di ottenere il migliore risultato, in particolar modo nei casi più gravi.
Se si vuole eliminare il succo di patata, Breuss consiglia allora l'assunzione di decotto di bucce di patata, negli intervalli fra i succhi. Metodologia che anch'io condivido. Alcuni giorni prima dell'inizio del digiuno, Breuss inizia a somministrare un quarto di litro della mistura, affinché il malato vi si abitui.
Anche riguardo alla restante somministrazione di liquidi, sempre molto generosa, sono d'accordo con lui. E' inoltre particolarmente utile il ricorso a speciali decotti d'erbe, che hanno la funzione di riordinare il ricambio disturbato.
La cura viene completata da una speciale mistura di decotti d'erbe per i reni, accanto alla salvia e al geranium robertianum. Egli consiglia anche il decotto di calendula, che dai tempi antichi è nota per le sue qualità anticancerose. Le sue indicazioni sono completate da precise istruzioni sul modo di preparare le tisane.
Breuss afferma di aver guarito più di mille cancerosi mediante la sua cura. Ed aggiunge, molto correttamente, "purché i malati non siano stati già trattati con irradiazioni e altre terapie pesanti anticancerose, nel qual caso non vi è stato successo." Questa affermazione coincide perfettamente con la mia esperienza, un trattamento biologico, può essere accompagnato da successo, soltanto quando le difese dell'organismo non sono state preventivamente danneggiate da mezzi chimici potenti.
Breuss torna continuamente a ripetere la sua convinzione: il tumore è una escrescenza autonoma e le sue cellule possono essere divorate solo affamando l'organismo, con la cura dei succhi.
L'esperienza della cura del digiuno, infatti, ci insegna che il corpo, digiunando, elimina tutto ciò che gli è estraneo. Questa è stata anche la mia convinzione in tutti gli anni della mia attività.
Fino al 1990, gli ammalati guariti dal cancro, e da altre malattie apparentemente incurabili, con le terapie di Breuss, dovrebbero, secondo un calcolo per difetto, essere circa 45.000.
Se la cosiddetta ricerca per il cancro e la scuola di medicina fossero state dalla mia parte, anziché contro di me, molto probabilmente potrebbero essere più di un milione! Anche nel caso di operati, irradiati e trattati con la chemioterapia, per molti la speranza non è ancora persa!"   

Igienismo

Ovviamente il digiuno, come pratica terapeutica, viene attaccato dalla maggior parte della medicina ufficiale, un'eccezione è rappresentata dal dottor Paolo Cataldi.
Cataldi, medico chirurgo, specializzato in malattie dell'apparato digerente, passato negli anni '80 alla medicina naturale, specializzato nel digiuno dolce e autore della Dieta Nayr, è invece un sostenitore di tale pratica.
"L'apparato digerente, è quello che, più di ogni altro organo del nostro corpo, ha bisogno di energia per funzionare. Nel digiuno, questa attività così impegnativa, viene completamente eliminata e nell'organismo accadono cose sorprendenti.
Il corpo, libero da questo impegno, concentra la sua forza nel rigenerare gli organi, espellendo tutte le tossine accumulate nel corso del tempo"; si tratta dei radicali liberi, delle sostanze acide che vengono scartate dal metabolismo, veri e propri veleni.
Così si esprime la naturopatia, la scienza medica nella quale si inserisce il digiuno terapeutico. Una teoria che sarebbe giudicata troppo semplicistica dalla medicina ufficiale, un retaggio del passato.
"Tutta questa ostilità, afferma Cataldi, deriva dal fatto che questa cura non costa nulla. Il digiuno non è redditizio, non porta soldi."
Il digiuno di Breuss, come terapia contro il cancro, non costituisce un esempio unico nel mondo delle terapie naturali. Un'altra scuola, nota a livello mondiale, è quella fondata da Herbert M. Shelton, un americano di origine tedesca, nato nel Texas nel 1895 e che nella sua lunga vita ha scritto decine di libri.
Documentò casi clinici risolti, elaborò un nuovo modo di vivere e di pensare secondo natura. (Digiunare per rinnovare la vita ed. Paoline)
Attualmente, Vivian Virginia Vetrano rappresenta la discepola più ortodossa dell'igienismo di Shelton, accanto al quale ha vissuto un'esperienza ventennale, nella Scuola della Salute di S. Antonio, nel Texas.
Vediamone i punti essenziali:
"La vera digiunoterapia è praticata da medici vitalisti, igienisti e naturopati, che hanno una visione globale della persona e la considerano nel suo insieme fisico-psichico-spirituale.
Per diagnosticare lo stato di salute, invece di analisi aggressive (come i pericolosi raggi X), vengono adottati metodi dolci: iridologia, riflessologia, esame dei capelli, nonché la moderna analisi del terreno bioelettrico (specialità di Salvatore Simeone). è fondamentale saper distinguere il momento di interrompere il digiuno: ognuno, a seconda delle proprie riserve, ha il suo tempo massimo (c'è chi ha superato addirittura i 60 giorni), dopo il quale rischia l'inanizione, un'anoressia irreversibile.
Perciò è sempre necessario farsi seguire da un esperto terapeuta, in grado di riconoscere i segnali che indicano il momento di rialimentarsi." La Vetrano lamenta, come quasi tutti i medici igienisti nel mondo, che generalmente si arrivi a sperimentare il digiuno quando si è ormai all'ultima spiaggia, dopo aver provato senza successo tutte le terapie della medicina convenzionale.
I casi sono quindi spesso molto difficili, e sovente insorgono problemi legali. Negli Usa, così come in Italia, nonostante la libertà terapeutica (del medico e del paziente) sia sancita dalla Costituzione, i medici che prescrivono rimedi diversi da quelli ufficiali, sono molto più soggetti a critiche e denunce.
"Nonostante ciò", continua la decana dei digiunoterapeuti, "ho accettato anche malati gravi, perché ho sempre avuto fiducia nella capacità di autoguarigione del corpo (la vis medicatrix naturae, di cui parla Ippocrate) e nei principi dell'igienismo".
La dottoressa Vetrano annovera nella sua lunga esperienza, casi clinici molto significativi. "Una signora di 40 anni, che aveva assunto per lungo tempo pesanti farmaci, tra cui cortisonici, soffriva di un'infiammazione in tutti i muscoli del corpo, non poteva camminare, né girare la testa e si muoveva come un automa; per questo le avevano anche ritirato la patente. Quando venne da me era debolissima.
La prima volta poté digiunare solo 11 giorni, durante i quali si ripulì di tutte le droghe ingerite. La dimisi e le raccomandai di seguire una dieta igienista, di non assumere farmaci e tornare dopo sei mesi.
Essendo meno debole, digiunò altre due volte, per 21 e 30 giorni, migliorando sensibilmente, fino a guarire del tutto.
Durante l'ultimo periodo di cura, ogni giorno che andavo a trovarla sembrava sempre più felice. Una mattina, mi sorrise radiosa, confessandomi che, per la prima volta da vent'anni, aveva dormito sdraiata sulla pancia, prima le era impossibile, perché aveva il collo bloccato. Era anche guarita da una cisti sulla spalla, che durante il terzo digiuno si era ingrossata ed infiammata, aprendosi e drenando, fino a ridursi ed a sparire completamente, lasciando solo una piccolissima cicatrice". Non tutte le storie, però, hanno un lieto fine.
"Accogliemmo una quarantenne italiana, che viveva nel Nord California, affetta da tumore al cervello, con altre neoplasie in formazione in tutto il corpo. Stava perdendo la vista e l'udito, aveva principi di paralisi e non poteva più camminare da sola.
Le prescrissi completo riposo a letto e tre lunghi digiuni (di 30, 25 e 21 giorni ciascuno), ogni volta intervallati da uno-due mesi di rialimentazione igienista, per ricostituire le sue riserve energetiche. Dopo circa sei mesi di cura, era molto debole, ma completamente guarita dal tumore, aveva recuperato vista, udito, deambulazione.
A questo punto, il figlio venne a trovarla. Vedendola molto magra, preoccupato, volle riportarla a casa, nonostante il mio parere contrario.
La paziente, però, seguendo per due anni un regime vegetariano crudista, continuò a stare bene. Il marito, allora, visto che era ormai guarita, la convinse ad interrompere la dieta. Il tumore iniziò a riformarsi; allarmati, preferirono ricoverarla in ospedale, ma dopo l'intervento chirurgico la signora perse tutte le funzioni e divenne un vegetale".
Secondo il dottor Sebastiano Magnano (uno dei pionieri nel nostro Paese), la situazione della digiunoterapia, pur migliorata rispetto a dieci anni, è ancora troppo precaria. "è vero, c'è più informazione da quando, due anni fa, si è tenuto a Roma un importante congresso internazionale, ma la proposta di legge per la regolamentazione di questa pratica, presentata in Parlamento nella scorsa legislatura, è stata completamente ignorata".
Quel disegno di legge è rimasto chiuso nei cassetti della Commissione affari sociali. La maggioranza dei membri era troppo impegnata a organizzare i prodromi di Sanitopoli, fare pressione per l'aumento dei prezzi dei farmaci e rendere obbligatoria in Italia (unico Paese al mondo) la costosa vaccinazione contro l'epatite virale. 


Aloe


L


L' Aloe Arborescens, nei casi oncologici, deve essere preparato con miele di acacia e al buio, per evitare di compromettere i principi attivi  in essa contenuti.

Un miscuglio di Aloe arborescens pulita dalle spine, miele puro. Il risultato: una crema che ha guarito molti dal cancro.
Questo rimedio lo si deve a padre Romano Zago, un frate francescano. Questa ricetta deriva dalla saggezza popolare brasiliana; i poveri dovevano fare uso di ciò che la natura passava, a costo zero, per la loro cura. così, spiega il frate, hanno imparato ad usare le erbe e tra queste l'aloe.
Tre cucchiai del miscuglio, tre volte al giorno, un quarto d'ora prima dei pasti e la guarigione è raggiungibile spesso perfino nell'arco dei primi dieci giorni.
Il tempo, come dice frate Zago, necessario al sangue per percorrere l'intero organismo e portare i benefici effetti del miscuglio in ogni angolo, anche il più remoto, del nostro corpo.
Se i benefici non si avessero subito dopo i primi dieci giorni, dopo essersi sottoposti ad esami di controllo per vedere a che punto è il male, si può procedere ad una serie successiva di cicli, sempre di dieci giorni l'uno.
I risultati esistono e sono notevoli in qualsiasi tipo di cancro: pelle, gola, seno, fegato, utero, prostata, cervello, fegato, intestino: vi sono persino guarigioni dalla leucemia. (v. La Terra Santa, Il miracolo dell'aloe e del miele, di Vittorio Bosello).
Questa specie di Aloe suscita oggi grande interesse scientifico perché presenta una concentrazione di principi attivi più elevata rispetto alle altre specie di Aloe. L’associazione A.R.A. (Associazione Ricerca Aloe), presieduta dal professor Roberto Miccinilli, che da oltre vent'anni si occupa di omeopatia all'Università di Londra, ha effettuato alcune ricerche su Aloe arborescens; dai risultati fino ad oggi ottenuti pare che tale specie, opportunamente somministrata, sia in grado di distruggere le cellule tumorali, preservando nel contempo quelle sane. E' stato inoltre riscontrato un elevato potere antidolorifico, che permette di attenuare notevolmente il dolore dei malati terminali che non dovessero più rispondere ad altri analgesici.
Il professor Giuseppe D'Alessio, direttore del Dipartimento di Chimica Organica e Biologica dell'Università Federico II di Napoli, ha effettuato, per conto dell'associazione, alcune ricerche sugli effetti dell'Aloe arborescens.
I risultati sono stati sorprendenti: testata più volte, l'aloe ha dimostrato di essere in grado di distruggere le cellule tumorali, preservando nel contempo quelle sane.
E' stato inoltre riscontrato un elevato potere antidolorifico, che permette di attenuare notevolmente il dolore dei malati terminali che non dovessero più rispondere ad altri analgesici (v. Oli, novembre 1996, Aloe Arborescens e terapia dei tumori: una riflessione, di Roberto Miccinilli).
A conferma di questi dati, il ricercatore americano David Hudson ha scoperto che uno stato particolare, monoatomico, di rodio e iridio possiede eccezionali facoltà terapeutiche, che si sono dimostrate efficaci anche in casi terminali di cancro. Una sua ricerca ha dimostrato che tali sostanze sono presenti in notevoli quantità nell'Aloe arborescens. 


Fonte: aloearborescens.tripod.com
 

Breuss Rudolf e la sua cura






LA CURA di RUDOLF BREUSS




La sua cura anticancro è una forma di digiunoterapia. Il principio si basa sul fatto che il cibo che normalmente introduciamo è diretto a sostenere le cellule di qualsiasi natura, benigna o maligna.
Alcuni alimenti non sembrano però graditi alle cellule tumorali.
La cura anticancro di Breuss prescrive quindi una alimentazione strettamente limitata a tali sostanze, in modo da togliere il sostentamento alle cellule tumorali senza tuttavia debilitare l’organismo.

Egli afferma che "il tumore deve essere divorato dall’organismo stesso, durante la cura del digiuno". Mediante il digiuno il corpo elimina tutto quanto gli è estraneo, poiché separa tutto ciò che è malato, da ciò che è sano.
Per la sua cura di 42 giorni, Breuss ha ideato una mistura di succhi, composta per la maggior parte di rape rosse, carote, sedano, rafani e patate. Alcuni giorni prima dell’inizio del digiuno, Breuss inizia a somministrare un quarto di litro della mistura, affinché il malato vi si abitui.
E’ inoltre utile il ricorso a speciali decotti d’erbe, quali la salvia, la calendula,  il geranium robertianum.
Breuss sostiene però che per ottenere successi incoraggianti in questa terapia è necessario che i malati non siano stati già trattati con irradiazioni e altre terapie pesanti anticancerose che abbiano danneggiato preventivamente le difese dell’organismo. 
Durante questa cura non si deve mangiare nulla per 42 giorni, salvo bere i succhi di verdura e i decotti prescritti. Dei succhi si può berne, a seconda dell’appetito, fino a 1/4 di litro al giorno (meno se ne beve, meglio e‘).
Si può seguire questa cura o con succhi spremuti personalmente, la soluzione migliore, oppure servendosi del succo misto,  già preparato da una ditta (con verdure biologicamente coltivate) detto «Breuss» e che si trova in negozi specializzati, attualmente in Austria, Svizzera,  Germania e Italia, ( Il Fior di Loto - C.so Adriatico 347/12 - 10095 Grugliasco TO - Tel.: 011/4018511 E-mail: marketing@fiordiloto.it ).

La Cura:
Si prendono 3/5 di rape rosse (barbabietole); 1/5 di carote; 1/ di tubero di sedano, un poco di rafano e una patata grossa quanto un uovo.  P. es.: si prendono 3 etti di barbabietole, 1 etto di carote, 1 sedano e circa 30 g. di rafano. La patata non è indispensabile ma è molto importante in caso di cancro al fegato. In luogo della patata aggiunta alle verdure si può bere anche 1 tazza di decotto di bucce di patata al giorno, bevuto freddo a sorsi: mettere una manciata di bucce crude in 2 tazze di acqua e far bollire per 2—4 minuti. Se il decotto risulta  di sapore sgradevole è segno che il fegato non ne ha bisogno, in tal caso si può fare a meno di berlo.
Tutte le verdure vanno passate nella centrifuga, poi il succo va filtrato ancora attraverso un filtro fine o un filtro fino o un telo di lino, perché su 1/ di litro di succo c’è sempre ancora circa un cucchiaio di scorie. Queste, anzitutto non sono buone da bere, inoltre servirebbero di nutrimento al cancro. Il cancro vive solo di cibi solidi che si mangiano, per cui se per 42 giorni si bevono solo succhi e decotti , il tumore muore ma la persona può benissimo vivere.
Pur calando di peso, in questo periodo, da 5 a 15 Kg., ci si sente molto bene. E‘ bene che qualche giorno pria dell‘inizio si cominci a bere ¼ di succo al giorno per abituarsi ad esso. Per sopravvivere e‘ indispensabile soltanto berne da 1/8 a ¼  di litro al giorno, ma e‘ consentito arrivare fino al mezzo litro, ma non e‚ certo obbligatorio!  Bere adagio, a cucchiaiate, non inghiottire subito ma insalivare bene. In aggiunta si puo‘, di tanto in tanto, bere un succo di crauti, che fa bene al malato.

Testimonianze e riflessioni:
Dr. F. B, di Berchtesgaden scrive di Breuss, "Breuss ha una grande esperienza nel campo della medicina popolare. Per questo motivo, lui è stato probabilmente uno dei migliori nel campo del digiuno, e dovrebbe essere un dato di fatto. Senza dubbio resterà il tipo di trattamento più prezioso per superare le malattie.  Non vi è nulla di più profondo, per guarire da ogni forma di malattia , dall'astensione volontaria dal cibo,  lasciando che il potere di guarigione interiore, che ogni essere umano ha, faccia il suo corso. Solo questo pero' per alcuni è troppo poco, ma e' particolarmente apprezzato da chi lo ha praticato, in questo modo hanno riconosciuto che non vogliono perdere la cosa più preziosa che il Creatore ha impiantato nel loro corpo. Sono pochi gli uomini illuminati che hanno riconosciuto questo potere e hanno cercato con tutti i mezzi loro disponibili di avvicinare altri alla conoscenza. Perché devi essere mentalmente maturo, e la maggior parte dell'umanità non comprendeva le parole semplici di questi grandi uomini. Chi ha visto come aiutava i suoi pazienti durante il digiuno, non può che riconoscerne i GRANDI MERITI e incoraggera' altri a seguirne i consigli.




Dott. Nacci


Facciamo luce



Ippocrate, padre della medicina, asseriva che il tumore non lo si guarisce operando. Infatti i casi di metastasi post-operatoria non si contano, come pure di “spostamento” di cellule tumorali. La cosiddetta biopsia o l’operazione vera e propria, aiutano a mettere in circolo le cellule cancerogene, anche se molti studiosi (fra cui il mondo della medicina naturale) nega tale processo.
La chemioterapia distrugge i tessuti a più alto livello di crescita. Quindi mucosa oro-faringea, mucosa gastrointestinale, bulbi piliferi e midollo spinale. Il midollo spinale serve a produrre i globuli bianchi, fra cui i linfociti, unici agenti anti-cancro a nostra disposizione. Come pensiamo di fronteggiare tale agglomerato di tossine senza? Infatti le persone che guariscono dopo cicli di chemio sono veramente poche.
Come pensate reagisca un organismo con un tumore (quindi già di per sé stressato) ad una invasione chirurgica, seguita da una irradiazione che distrugge l’unico suo punto di difesa? In effetti le persone che si salvano, vengono considerate sotto tutti i punti di vista “Miracolati”.
Medici e ricercatori autonomi, sono concordi nell’affermare che avremmo un numero molto più alto di guarigioni se si analizzassero realmente le diverse tipologie di tumore. Viene invece giudicato più conveniente somministrare cocktail di medicine sperando di beccare quella giusta.
Se la medicina ufficiale dichiara che i casi di tumore stanno drasticamente diminuendo, come mai vengono richiesti a spron battuto tanti fondi per la ricerca?
Per quale motivo il livello medio dell’età in cui appare il tumore è sceso così drasticamente negli ultimi 15-20 anni?
Il tumore è un ammasso di proteine: questo principio viene portato avanti da decenni da Rudolf Breuss, prima che nell’autunno del 2002, la RAI dichiarasse che “il tumore è formato da proteine”.
Breuss cura i suoi malati togliendo loro tutte le proteine dalla dieta, dimodochè il corpo, per far sopravvivere le sue funzioni, mangia il suo stesso tumore, lentamente ed inesorabilmente.
Diventa però essenziale rinforzare il corpo, con l’ausilio di un’alimentazione adeguata, tisane depurative (se reni e fegato sono intasati, non possono concorrere all’eliminazione effettiva delle tossine del cancro), e molto spesso digiuno.
In effetti, un ammalato di cancro è una persona con grosse carenze nutrizionali (in particolar modo di antiossidanti che frenano la cascata dei radicali liberi), con grossi deficit dal punto di vista funzionale di molti dei suoi organi e spesso con un’intossicazione di metalli pesanti quali cadmio, mercurio e piombo.
Ma non solo: Hamer, nella sua ricerca personale sul cancro, ha trovato molte connessioni fra causa (evento esterno) ed effetto (cancro o altra patologia). Quindi sarebbe d’uopo risolvere la causa scatenante alla base di tutto il processo, con l’ausilio di un kinesiologo che lavori sulle emozioni, tanto per fare un esempio, oppure con un valido psicoterapeuta.
Molti medici, naturopati e terapeuti agiscono allo stesso modo, avvalendosi anche di altri supporti, come: aloe vera o arborescens, cartilagine di squalo, bicarbonato di sodio, vischio, vitamine A-C-E, ecc.
E i risultati si vedono. O meglio: non si vedono sui giornali, ma si sentono circolare in giro, per sentito dire.
Per agevolare la ricerca di chi vuole provare ad uscire da questo problema, vi segnalo un sito molto interessante, tenuto dal dott. Giuseppe Nacci:

Premessa: I file presenti in questa pagina sono stati scaricati dal sito http://www.lecurenaturali.com/ sito chiuso perche' non piace all'ordine dei medici.
Terapia anticancro del Dott. Nacci (versione word)

Terapia anticancro del Dott. Nacci (formato .zip)

Dieta anticancro del Dott. Nacci (formato .zip)


Dieta anticancro consultabile on line


Ricette di cucina compatibili con la Terapia Nacci
Vitamine naturali che fanno suicidare il cancro
 
Decotti e infusi per la cura del cancro del Dott. Nacci





Cura del cancro secondo Rudolf Breuss



Decotti importanti per la cura del cancro secondo






Decotto di salvia
Per i gargarismi lasciare in infusione la salvia in acqua bollente per 10 minuti, per berla invece occorre lasciarla bollire esattamente 3 minuti: metterne 1 massimo 2 cucchiaini da tè in mezzo litro di acqua bollente e far bollire 3 minuti, poi togliere dal fuoco. Nella salvia c’è molto olio etereo, assai  necessario per i gargarismi ma che non deve essere inghiottito; per questo va bollita esattamente 3 minuti. 
Dopo questo tempo l’olio non è più attivo, in questo momento si libera un fermento vitale assai importante per tutte le ghiandole il midollo e i dischi intervertebrali. Per questo motivo si dovrebbe bere salvia ogni giorno, per tutta la vita. Chi ne beve sempre, difficilmente si ammalerà.
Dopo 3 minuti di bollitura togliere dal fuoco, aggiungere iperico, menta piperita, melissa, ecc, e lasciare in infusione per altri 10 minuti.

Decotto per i reni
La mia mistura: equiseto 15 gr. ortica 10 gr. (migliore quella raccolta in primavera) correggiola 8 gr. e iperico 6 gr.
Questa dose basta per 3 settimane per una persona.
Metterne una presa (raccolta con tre dita) in una tazza di acqua bollente e lasciarla in infusione per 10 minuti, poi filtrare; aggiungere ai fondi altre 2 tazze di acqua calda e bollire per 10 minuti poi filtrare e mescolare le due tisane.
Molti si chiederanno : perché questo procedimento?
Nel decotto ci sono 5 sostanze che non devono essere bollite perché andrebbero distrutte. Ma c’è ancora una sesta sostanza (l’acido salicilico) che si ottiene solo facendo bollire i fondi rimanenti per 10 minuti.
Il decotto per i reni si deve bere solo per 3 settimane, al mattino a digiuno, prima del pranzo e alla sera prima di coricarsi, berne ogni volta mezza tazza, freddo. In seguito non bere il decotto per almeno 2 - 3 settimane.
Durante questo periodo evitare i brodi di carne e carni di manzo e di maiale!

Tisana di geranium  robertianum
Berla fredda, una tazza al giorno, a sorsi. Preparazione: lasciarne in infusione una presa per 10 minuti in una tazza di acqua bollente.





Cancro: come sconfiggerlo



           Sconfiggere il nemico:  CANCRO            



Dovendo mettersi a confronto con una diagnosi di cancro, la prima regola è: niente panico!
Di tutte le malattie prese in considerazione, il cancro è indubbiamente quella che fa più paura alla maggior parte delle persone. La sua incidenza è in aumento, gli effetti sono devastanti, come devastanti sono gli effetti collaterali delle terapie tradizionali, e il tasso di mortalità è elevato. Nonostante tutto, rimane apparentemente incurabile. Considerando questi elementi, non è difficile capire perché il cancro per molte persone rappresenti un incubo.

Diamo un’occhiata ravvicinata a questo flagello, che i dizionari di medicina descrivono come “crescita incontrollata di cellule derivate da tessuti normali, aggiungendo che se ne conoscono oltre duecento tipi. Nasce una domanda spontanea: perché la crescita diviene incontrollata? Quali sono i meccanismi di controllo e perché vengono a mancare? Perché il cancro è un killer? Ci possono essere crescite cellulari “incontrollate” anche nei cosiddetti tumori benigni. Questi non sono invasivi (ovvero non si diffondono), possono essere facilmente rimossi e di norma non vi sono ricadute. Come fanno allora a trasformarsi in tumori maligni?

I tumori benigni non sono cancri veri e propri, bensì crescite anormali che non fanno parte del corpo e rappresentano lo stadio iniziale di una disfunzione dei processi difensivi dell’organismo. Non necessariamente danno luogo a ricadute, ma tendono a diventare maligni qualora le difese dell’organismo continuino a indebolirsi.
I tumori vengono detti maligni se invadono i tessuti adiacenti e rilasciano cellule tumorali all’interno del flusso sanguigno. Queste cellule circolano per il corpo e sono in grado di formare nuove colonie, dette metastasi, che crescono sugli altri tessuti. Nel decorso tradizionale del tumore maligno, le cellule invadono e distruggono gli organi essenziali, portando così alla morte.
Il corpo ha un sistema di difese che mantiene l’omeostasi, ovvero lo stato di equilibrio dinamico interno. È l’alterazione di questo equilibrio che dà luogo al processo di deterioramento cellulare; tale alterazione può essere causata da varie sostanze chimiche, specialmente sostanze cancerogene, virus, radiazioni ultraviolette, tabacco. È interessante notare che ciò può essere causato anche da sostanze chimiche citotossiche utilizzate per curare il cancro e, naturalmente, da una dieta non equilibrata.
Il cancro non può comparire in un organismo normalmente funzionante, in quanto le sue difese riconoscono e distruggono ogni cellula maligna, o non ne permettono la formazione. Il sistema immunitario svolge un ruolo centrale in queste difese. Riconosce una cellula maligna come ostile e la attacca, distruggendola, come se fosse un batterio o un virus nemico.

Tuttavia il sistema immunitano e gli altri meccanismi di difesa (per esempio i sistemi enzimatici e ormonali, il bilanciamento dei minerali) necessitano dei giusti nutrienti, e possono funzionare solo se non sono bloccati dalle tossine. Quando queste condizioni non si verificano, le difese sono incapaci di portare a termine il loro compito e nulla impedisce alle cellule maligne di sopravvivere e moltiplicarsi.
La ragione per cui vengono classificate oltre duecento forme di cancro è che le cellule di ciascuna varietà appaiono differenti se osservate al microscopio, a seconda del tipo di tessuto in cui si sono originate. Ma in tutti i casi il cancro rappresenta essenzialmente la proliferazione incontrollata delle cellule. Questa definizione comprende anche le leucemie ed i mielomi, tumori del midollo osseo, che pur non appartenendo al gruppo dei tumori solidi si comportano allo stesso modo.

Alcuni tipi di cancro, invece di provocare tumori solidi, distruggono i tessuti dove si trovano e causano gravi lesioni aperte, i cui margini di solito consistono in rigonfiamenti pieni di tessuto maligno che invade e provoca danni in ogni tessuto sano con cui viene a contatto. Anche questo tipo di tumore è soggetto a proliferazione.
Il    cancro è ulteriormente suddiviso in due categorie maggiori e in altre minori a seconda del tessuto di origine. I tumori originati dai tessuti epiteliali — comprendenti tutti quelli che riguardano organi, vasi sanguigni e membrane mucose del corpo — sono chiamati carcinomi e sono il gruppo di tumori maligni più numeroso.
Quelli che hanno origine dal tessuto connettivo, dalle ossa, dai vasi sanguigni e dal sistema linfatico
sono chiamati sarcomi. Il trattamento con la Terapia Di Bella, con la Terapia Breuss, con la Terapia di Arnold Ehret e con la Terapia Gerson è efficace per entrambe le categorie e richiede pochi aggiustamenti.

I cancri più aggressivi (melanomi, linfomi aggressivi e cancri polmonari “a piccole cellule”) rispondono più rapidamente alla Terapia Breuss, con il Digiuno senza muco di Arnold Ehret e alla Terapia Gerson. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che in questi casi le cellule sono più alterate, pertanto il sistema immunitario riportato in piena efficienza è capace di riconoscerle più facilmente.

Allo stesso modo, eccellenti risultati si ottengono con i tumori alle ovaie, perfino dopo alcuni trattamenti di chemioterapia. Questo non significa però che altri tipi di tumori non rispondano. Alcuni dei cancri ghiandolari, incluso quello al seno e alla prostata, sono localizzati in ghiandole le cui entrata e uscita sono ostruite da cellule tumorali.
Questo può rendere problematico il raggiungimento delle cellule maligne e la loro uccisione, da parte del sangue nuovamente ossigenato, arricchito con enzimi e sostanze immunitarie. Con il tempo tale problema si risolve e anche questi tumori vengono distrutti. Ciò può spiegare perché i tumori del seno e della prostata hanno bisogno di più tempo per guarire.

I pazienti devono capire che, anche se il tumore è sparito, non sono ancora guariti. Il tumore non è una malattia, ma solo un sintomo del crollo delle difese dell’organismo; in altre parole, il cancro non è una cosa (cioè il tumore), ma un processo che riguarda l’intero organismo.
Quindi, fatto ancora più importante, la scomparsa del tumore significa solo che l’efficienza dell’organismo è stata ripristinata al punto da rimuovere i pericoli per la vita del paziente; ciò, tuttavia, non significa essere guariti. Infatti, la guarigione totale si verifica solo quando tutti gli organi del paziente sono tornati alla piena funzionalità, letteralmente rimessi a nuovo, nutriti con i migliori cibi biologici e sottoposti a una disintossicazione continua.
La guarigione è completa solamente quando il fegato intossicato e indebolito è il più possibile ripulito e riportato alla funzionalità. il problema è che non esiste alcun test per dimostrare quanto un fegato stia funzionando bene e quanto abbia recuperato. il test degli enzimi epatici è utile ma incompleto. Un paziente può avere valori “normali” perfino in presenza di un tumore. Le analisi del sangue, i conteggi cellulari e le analisi delle urine ci dicono solo che gli organi sono ancora in funzione e che il corpo è nelle condizioni di curarsi.
Il paziente in via di guarigione può provare fastidio o disappunto quando gli si spiegano queste cose, nondimeno la necessità di ottenere una completa guarigione deve venire prima di qualsiasi altra considerazione. Se non si comprendono a fondo queste cose, si corrono gravi rischi. Quando tutti i test sono tornati “normali” i tumori non sono piu‘ manifesti. il medico che dice al paziente che, “a tutti gli effetti” egli è guarito. Il paziente interrompe la terapia, ha una ricaduta e muore. Disgraziatamente questo è successo piú di una volta, sprecando molti sforzi, speranze e vite preziose.